mercoledì 6 settembre 2023

Smoothie ai fichi d'india e latte di avena, benefici e proprietà nutrizionali


Fin da ragazzina ho sempre adorato l'arrivo di settembre, un mese che per me è sinonimo di ripartenza, pieno di nuovi inizi e progetti; mi sento doppiamente caricata: dal riposo estivo e dall'idea che arriverà l'autunno, con i suoi colori caldi e i suoi profumi avvolgenti. 
Devo dire che anche marzo mi fa lo stesso effetto, seppur in misura minore di settembre, evidentemente sono i cambi di stagione a darmi quell'entusiasmo di cui ho bisogno.
 
Peccato solo che le stagioni sono cambiate, i passaggi  tra un periodo e l'altro sono troppo improvvisi ed estremi e purtroppo anche la produzione agricola ne risente. Di solito in questo periodo il nostro orto ci regala tanta bella frutta e verdura ma il tempo quest'anno non è stato dei migliori e così mele, pere e zucche quasi non ci sono. In compenso siamo carichi di fichi di ogni qualità 😊 che dovrò consumare tra conserve, dolci e liquori. 
Per consumare la frutta fresca di stagione spesso preparo anche frullati, centrifugati e smoothie, dei veri e propri concentrati di vitamine, sali minerali e antiossidanti che fanno tanto bene all'organismo.

Oggi vi propongo proprio uno smoothie preparato con fichi d'india e latte di avena. 



Ornamentali e facili da coltivare
I fichi d'india sono piante grasse appartenenti alla famiglia delle Cactaceae. Si tratta di una pianta grassa che ben si adatta a climi caldi e asciutti. 
Il corpo del fico d'india è costituito da clatodi, ovvero porzioni di fusto ramifichiate di forma ovale appiattita che svolgono la fotosintesi clorofilliana. I clatodi sono ricoperti da una sostanza cerosa che ne limita la traspirazione e da tante spine che difendono la pianta dai predatori. Nelle piante di qualche anno di età la porzione basale presenta clatodi lignificati, che quindi perdono la loro funzione primaria divenendo dei veri e proprio fusti. 
Il fico d'india è molto facile da coltivare, tanto che si propaga per mezzo di parti di pianta, infatti basterà interrare una porzione di clatode perché questo attecchisca in breve tempo dando vita a una nuova pianta.

A partire dalla primavera sui clatodi del fico d'india si svilupperanno dei bellissimi fiori di colore giallo accesso. Da ogni fiore si formerà un frutto che crescerà per tutta l'estate giungendo a maturazione a partire dalla fine di agosto, inizio settembre, per poi proseguire anche fino a novembre inoltrato. 

Il frutto è una bacca dalla polpa carnosa piena di piccoli semi duri. La buccia è ricoperta anch'essa di spine. Il colore del frutto a maturazione varia in base alla varietà e può andare dal giallo all'arancione acceso, dal bianco al rosso vivo. 
Anche la forma è variabile, da tonda ad allungata. 


Le proprietà nutrizionali dei fichi d'india 
Contenuto energetico: 53 Kcal/100g 
I fichi d'india sono frutti con molteplici proprietà nutrizionali, contengono infatti importanti vitamine (C, A, del gruppo B), sali minerali (Potassio, Calcio, Ferro, nei semi anche Fosforo e Zinco)  e sostanze antiossidanti come la betanina, responsabile del colore rosso arancio della polpa e la indicazantina che conferisce invece la tonalità gialla. Il frutto inoltre ha un buon contenuto proteico, zuccheri semplici, come glucosio e fruttosio, ed è ricco di fibra, solubile e insolubile che aiuta la peristalsi intestinale, combattendo la stitichezza. Attenzione però, perché in alcuni soggetti predisposti, il consumo eccessivo in una sola volta di questi frutti può avere l'effetto opposto e determinare stipsi per la presenza di alcune sostanze astringenti presenti nei semini. Per la numerosa presenza di questi semini, il fico d'india è sconsigliato alle persone che soffrono di diverticolosi intestinale. 
L'alto contenuto di acqua rende questo frutto dissetante e diuretico. 

Il latte d'avena
Il latte di avena è una bevanda vegetale ottenuta dalla lavorazione dell'omonima pianta. Questa bevanda contiene Selenio, un minerale ad azione antiossidante perché contrasta i radicali liberi che causano l'invecchiamento cellulare. Il latte di avena contiene inoltre vitamine del gruppo B e pare che il suo consumo regolare aiuti a tenere sotto controllo i livelli di trigliceridi e colesterolo cattivo nel sangue, ottimo alleato pertanto nella prevenzione delle malattie cardio-circolatorie. 


 Smoothie ai fichi d'india e latte d'avena 
Ingredienti per 1 persona 
- 3 fichi d'india maturi
- 150 ml di latte d'avena 
- 3-4 cubetti di ghiaccio

Procedimento 
- Private della buccia i fichi d'india aiutandovi con coltello e forchetta.
- Versate i gli ingredienti nel boccale di un frullatore e azionate alla massima velocità fino ad ottenere una composto gonfio
- Servite subito 

sabato 2 settembre 2023

La torta caprese per i dolci tradizionali regionali senza glutine

 


Dopo la pausa estiva si riparte con i nostri consueti appuntamenti con la rubrica dell'Italia nel Piatto. Ogni due del mese 20 amiche blogger vi proporranno ricette regionali della tradizione, oppure realizzate con ingredienti tipici locali, legate a un tema comune.

Per questo settembre abbiamo pensato a un rientro tutto in dolcezza 🍰, dedicando però il tema ai "Dolci tradizionali regionali senza glutine". 

Per la Campania vi proporrò un altro grande classico: la torta caprese. 



Come per molte preparazioni regionali anche in questo caso troverete tantissime versioni di questo dolce, molte delle quali dichiarate come le originali, spesso diverse tra loro negli ingredienti e nei procedimenti. 

In effetti penso che dalla ricetta di partenza, nel passaggio di casa in casa, e di pasticceria in pasticceria, qualche variazione ci sia stata, nulla togliendo alla bontà di questo dolce che rimane sempre così buono, incontrando i gusti personali proprio in queste piccole modifiche. 

Personalmente ne ho una che mi ha donato gentilmente una ragazza di Capri una decina di anni fa, e ho sempre fatto questa. Il problema è che in questa ricetta tra gli ingredienti sono presenti anche dei biscotti e non avendone io senza glutine ho pensato di provare una versione senza, in modo tale da non complicare le cose per chi deve realizzare il dolce gluten free. 

Tra le ricette che girano in rete ne ho provate diverse. Quella che vi presento  oggi è diversa dalla mia versione caprese, ed è quella proposta dal maestro pasticciere Sal De Riso che rispetto ad altre versioni ha anche le nocciole al suo interno, oltre che al cacao, la fecola di patate e un po' di lievito. 

Nella ricetta che ho io mancano le nocciole, la farina e il lievito; le mandorle devono essere tritate non finemente insieme al cioccolato fondente e l'impasto è aromatizzato con il liquore rum. 



In ogni caso, qualunque sia la ricetta provata, la torta caprese deve avere la caratteristica di possedere un interno morbido, umido e scioglievole in bocca (guardate la foto di sopra). La scelta di ridurre le mandorle in una polvere fine oppure in una granella più o meno grossa vi darà poi un risultato diverso nella sua consistenza. 

Stampo e cottura

Per realizzare la torta caprese la ricetta classica prevede lo stampo da pastiera alto 4-5 cm, solo in questo modo il dolce capovolto avrà la classica forma dei dolci esposti nelle pasticcerie. 

Per la cottura attenzione ai tempi e alle temperature. La cottura deve avvenire in forno statico, per non fare asciugare troppo il dolce, a 170°C per circa 40 minuti. Non eccedete troppo altrimenti la torta perderà il suo cuore morbido. Vale sempre la prova stecchino che a cottura perfetta dovrà risultare umido ma non troppo appiccicoso. 

Quando sfornate la vostra torta attendete che sia tiepida prima di sformarla sul piatto da portata: rifilate prima i bordi con un coltello a lama liscia e poi capovolgetela sul piatto. Attendete che sia completamente fredda prima di decorarla con zucchero a velo, con il quale potrete creare tanti motivi decorativi, anche i faraglioni di Capri. Io uso i centrini di carta oppure quelli all'uncinetto per creare motivi decorativi fantasiosi. 


AAA cercasi foodblogger 
Siamo alla ricerca di  blogger che rappresentino la Calabria e la Valle D'Aosta nel gruppo dell'Italia nel Piatto. Ogni mese presentiamo un tema culinario e la rappresentate della regione propone la sua ricetta legata alle tradizioni e agli usi locali. Se hai voglia anche tu di far conoscere la tua passione per la cucina e l'amore per il tuo territorio scrivici, saremo felici di averti con noi. 

Torta caprese
Versione di Sal De Riso con qualche mia modifica 
Ingredienti per uno stampo da pastiera diametro 28 cm - alto 4 cm
  • 170 g di cioccolato fondente grattugiato o tritato finemente 
  • 90 g di mandorle spellate non tostate macinate fini 
  • 80 g di nocciole tostate macinate fini 
  • 170 g di zucchero a velo
  • 170 g di burro a temperatura ambiente 
  • 25 g di fecola di patate (verificate sempre la presenza dell'etichetta gluten free sulla scatola)
  • 15 g di cacao amaro
  • 5 uova medie (6 se piccole)
  • 4 g di lievito per dolci vanigliato 
  • 1 pizzico di sale
Procedimento
  1. Lavorate con lo sbattitore elettrico il burro, il pizzico di sale e 85 g di zucchero a velo, fino a che diventa cremoso e gonfio
  2. Addizionate i tuorli poco per volta, sempre con le fruste in azione. 
  3. A parte lavorate gli albumi con 85 g di zucchero a velo fino a che iniziano a diventare spumosi ma non montati a neve. 
  4. Miscelate le polveri in una ciotola: cioccolato grattugiato o tritato finemente, fecola, cacao, lievito, mandorle e nocciole. 
  5. A questo punto addizionate una parte degli albumi al composto di tuorli e burro, amalgamando bene, poi aggiungete una parte dei composti secchi.
  6. Continuate così alternando gli ingredienti (io ho continuato a lavorare con le fruste elettriche a velocità minima. 
  7. Imburrate e infarinate (con fecola di patate o altra farina senza glutine) la tortiera da pastiera e versate all'interno il composto, livellando bene.
  8. Infornate la torta in forno già caldo, a 170°C, in modalità statico, per circa 40 minuti. 
  9. Fate la prova stecchino: 
  • se troppo umido e appiccicoso procedete per altri 5 minuti per poi ricontrollare, ma attenzione a non eccedere nella cottura;
  • se leggermente umido e non appiccicoso tirate fuori la torta dal forno. 
Nota: lasciate riposare la torta almeno mezz'ora prima di rifilare i bordi con un coltello affilato e capovolgerla su un piatto da portata. Quando è fredda cospargete la torta con zucchero a velo. 

Conservazione
- La torta caprese si conserva umida e golosa per 3-4 giorni se ben coperta, meglio se sotto una campana per dolci.
- La torta può essere tranquillamente congelata. 

domenica 2 luglio 2023

Spiedini di salsiccia di suino nero casertano, formaggio primosale e pomodorini


Il tema di questo mese con la rubrica dell'Italia nel Piatto è dedicato agli spiedini. Le preparazioni che vi presenteremo saranno realizzate naturalmente con prodotti tipici locali.

Per la Campania vi propongo questi spiedini realizzati con la salsiccia di suino nero casertano, una razza autoctona dalle origini antichissime tanto da essere rappresentata in molte sculture e affreschi di epoca romana. 
Oggi la razza nera casertana è allevata in Campania, nel Molise e nelle province di Latina e Frosinone ed è molto apprezzata per le sue caratteristiche di rusticità e adattabilità ad ambienti poveri e difficili. 
Naturalmente anche la carne di questo suino è molto apprezzata per le sue eccellenti proprietà organolettiche. 
La carne di suino nero casertano è ottima consumata fresca oppure trasformata in deliziosi insaccati. 
Per sapere di più su questa razza, caratteristiche morfologiche e produttive, vi rimando a questo mio articolo scritto per la rivista di Agraria.or.


Spiedini di salsiccia di suino nero casertano, formaggio primosale e pomodorini
Dosi per 4 persone (8 spiedini) 
- 4 salsicce fresche di suino nero casertano 
- 400 di formaggio primosale 
- 4 pomodorini
- sale fino 

Procedimento
  1. Tagliare a tocchetti le salsicce, disporle in una teglia rivestita con carta forno e cuocere a 200°C per circa 25 minuti.
  2. Intanto tagliate il formaggio primosale a tocchetti spessi 2 cm 
  3. Lavate i pomodorini e tagliateli a metà, salate. 
  4. Componete gli spiedini alternano un tocchetto di salsiccia e uno di formaggio, chiudete gli estremi con la metà del pomodorino.
  5. Servite subito oppure passateli velocemente al grill per pochissimi minuti. 

 

Ed ecco le altre ricette proposte per il tema di oggi. 

Liguria: spiedini di gamberi e zucchine trombetta

Lombardia. Spiedini di Usei scapaà alla lombarda  

Trentino-Alto Adige. Spiedini ai sapori del Trentino-Alto Adige

Veneto. Spiedini di fegato alla veneziana 

Friuli-Venezia Giulia.  Uccelletti scappati alla friulana

Emilia-Romagna. Spiedini fritti emiliani

Toscana. Spiedini di fegatelli di maiale

Umbria. Spiedini di carne alla spoletina

Marche.  Spiedini di pesche, miele e timo al limone

Lazio. Spiedini di pasta biscotto

Abruzzo. Spiedini con caciotta fresca di pecora e capra e pomodori arrostiti 

Molise. Spiedini con polpette di melanzane e caciocavallo

Campania. Spiedini di salsiccia di suino nero casertano, formaggio primosale e pomodorini

Puglia. Spiedini di bombette pugliesi

Basilicata.  Spiedini di salsiccia e verdure estive. 

Sicilia. Involtini di Carne al pistacchio 

Sardegna. Is Ispinadas


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venerdì 2 giugno 2023

Pasta di Gragnano IGP con pomodorino giallo campano, carciofini viola e filetti di triglia




Il tema di questo mese per la rubrica dell'Italia nel Piatto è dedicato ai prodotti regionali a Km 0 o DOP /DOCG /PAT/IGP o presidio Slow food. Inoltre diamo anche il benvenuto a Ilaria, la nostra nuova rappresentante del Piemonte 😃💖

La Campania è una regione che vanta tantissimi prodotti agroalimentari con marchi di eccellenza, e altrettanti in attesa dei riconoscimenti di qualità alimentare. Molti di questi prodotti campani sono conosciuti e apprezzati in tutto il mondo, giusto per citrarne alcuni abbiamo la Mozzarella di Bufala Campana DOP, i Limoni Costa d'Amalfi e i Limoni di Sorrento entrambi riconosciuti come IGP, ancora la Melannurca Campana IGP. In effetti l'elenco dei prodotti con marchio di qualità garantito è lungo, tra questi abbiamo vini, olio extravergine di oliva, frutta fresca e secca, ortaggi, formaggi, salumi e pasta.

Di alcuni di questi prodotti vi ho già parlato sulle pagine del mio blog, oggi ve ne presento uno nuovo, altrettanto famoso nel mondo: la Pasta di Gragnano IGP.


Il luogo
Gragnano è un comune della provincia di Napoli conosciuto in tutto il mondo perché qui si produce una pasta dalle eccellenti caratteristiche organolettiche, conferite al prodotto dalle particolari condizioni microclimatiche del luogo. Nella Valle dei Mulini, i cui ruderi ancora oggi si possono ammirare, l'acqua sorgiva di Gragnano alimentava i pistrini conferendo il suo gusto particolare all'impasto; la giusta combinazione di vento, sole e umidità permetteva poi una lenta essiccazione dei maccaroni. 

Stemma comunale di Gragnano 

La storia

Le prime aziende per la produzione della pasta nacquero a Gragnano intorno al 1500, in quel periodo però  nel luogo era fiorente l'industria tessile. Verso la fine del 1700 una moria dei bachi da seta provocò la crisi del settore tessile spingendo così la nascita di numerosi pastifici a conduzione familiare agli inizi del 1800. A metà secolo la produzione della pasta raggiunse il suo apice: a quell'epoca camminando lungo via Roma e piazza Trivione, oggi il centro di Gragnagno, si potevano ammirare i maccheroni esposti al sole ad asciugare. A un certo punto la produzione della pasta divenne talmente importante che nel 1885 fu inaugurata la stazione ferroviaria che collegava Gragnano a Napoli, da qui la pasta gragnanese poté raggiungere i mercati delle città italiane più importanti, come Milano, Torino e Firenze. 
Negli anni successivi i pastifici si sono modernizzati con macchinari elettrici ma dal dopoguerra il settore fu colpito da una profonda crisi dovuta alla concorrenza delle aziende del Nord Italia che disponevano di capitali maggiori da investire. Molti pastifici chiusero ma altri produttori tennero duro continuando la propria attività e puntando soprattutto sulla qualità e sulla costruzione di qualcosa che rendesse unica Gragnano e la sua pasta agli occhi dell'Italia e del mondo. 
 


La nascita del Consorzio di tutela della pasta di Gragnano e il riconoscimento del marchio IGP.

Nato nel 2003 dall’unione delle storiche aziende produttrici di pasta nell’omonimo Comune campano, il Consorzio di Tutela della Pasta di Gragnano IGP è oggi il custode della lunga tradizione che ha fatto conoscere in tutto il mondo la “Città della Pasta”.
Grazie al Consorzio, nel 2013 la Pasta di Gragnano ha ottenuto il marchio di Indicazione Geografica Protetta, particolarmente significativo perché costituisce il primo riconoscimento comunitario di qualità assegnato alla pasta in Italia e in Europa.
Nato dall'unione di 4 pastifici di Gragnano oggi il Consorzio vanta ben 16 consorziati che svolgono la propria attività a tutela della Pasta di Gragnano 



Oggi la pasta viene prodotta seguendo le rigide norme del Disciplinare di Produzione della Indicazione Geografica Protetta "Pasta di Gragnano". Nell'art. 2 del disciplinare si cita che "La “Pasta di Gragnano” è il prodotto ottenuto dall’impasto della semola di grano duro con acqua della falda acquifera locale. I formati immessi al consumo sono, diversi, tutti tipici, frutto della fantasia dei pastai gragnanesi". 
Sempre nel disciplinare sono indicate le caratteristiche organolettiche che il prodotto finale dovrà avere, i rigorosi metodi di produzione da seguire fino alla etichettatura del prodotto e al suo logo di riconoscimento, il tutto sotto rigidi controlli che devono accompagnare ogni singola fase del processo produttivo. 




La ricetta 

E ora veniamo alla ricetta...conosco bene tutti i marchi della Pasta di Gragnano, volerne usare uno al posto di un altro non è stato facile, perché sono tutti prodotti di eccellenza. Per questa ricetta che vi presento oggi ho usato gli elicoidali della "Fabbrica della Pasta di Gragnano", sposando questo formato ad altri due prodotti di eccellenza nostrani: il pomodorino giallo campano e il carciofo violetto di Castellammare. 



Pasta di Gragnano IGP con pomodorino giallo campano, carciofini viola e filetti di triglia

Dosi per 4 persone 
  • 350 g di elicoidali della Fabbrica di Pasta di Gragnano
  • 200 g di filetti di triglia 
  • 500 g di pomodorino giallo campano
  • 1/2 bicchiere di vino bianco secco 
  • 4 carciofi viola 
  • 2 spicchi di aglio 
  • erba cipollina fresca 
  • olio extravergine di oliva q.b. 
  • sale 
  • pepe
Procedimento
  1. Pulite i carciofi eliminando le foglie esterne più dure. Tagliare ogni carciofo in 4 spicchi, eliminate l'eventuale peluria interna, poi trasferite i pezzi in acqua e limone. Tagliuzzate l'erba cipollina. 
  2. Fate imbiondire brevemente gli agli nella padella con l'olio extravergine di oliva, scolate gli spicchi di carciofi e fateli rosolare insieme all'erba cipollina giusto 1 minuto.
  3. Aggiungete i pomodorini gialli (io li ho lasciati interi ma se preferite li potrete tagliare a metà) e lasciate cuocere per altri 2-3 minuti. 
  4. Togliete gli spicchi di aglio dalla padella e addizionate  i filetti di triglia, salate e pepate, poi fate amalgamare i sapori per qualche minuti.
  5. Sfumate con il vino bianco e lasciate cuocere per un decina di minuti.
  6. Intanto cuocete le elicoidali della Fabbrica della Pasta di Gragnano e scolatele al dente. 
  7. Ripassate la pasta nel sughetto preparato, amalgamando  gli ingredienti per pochi minuti e servite. 

Ed ecco le altre ricette regionali proposte per il tema di questo mese

Piemonte. Tiramisù al vermouth


Liguria: zuppa di zucchine trombetta


Lombardia. Risotto al Gorgonzola Dop con noci e mirtilli


Trentino-Alto Adige. Trota Salmonata affumicata su rondelle di canederli con nastri di zucchine


Veneto. Pesche di Verona IGP sciroppate


Friuli-Venezia Giulia.  Pasta e fagioli di San Quirino


Emilia-Romagna. La rosa di Parma https://zibaldoneculinario.blogspot.com/2023/06/la-rosa-di-parma.html 


Toscana. Segato di carciofi e pecorino


Umbria. Biscotti con farina di roveja e confettura


Marche.  Galette bretonne con casciotta d’Urbino DOP


Lazio. Spaghetti con le telline  https://www.merincucina.it/2023/06/spaghetti-con-le-telline.html


Abruzzo. Ravioli con ripieno di patate e pecorino


Molise. Spaghetti con la mollica di San : Giuseppe


Campania. Pasta di Gragnano IGP con pomodorino giallo campano, carciofini viola e filetti di triglia: la ricetta è qui.


Puglia. Carote di Polignano PAT sott'olio


Basilicata. Peperoni cruschi di Senise IGP fritti


Calabria. Bucconotti calabresi con marmellata di cedro Dop  


Sicilia. Galette all’origano con Pomodori di Pachino IGP


Sardegna. Filetto verso Sa Pompia


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venerdì 5 maggio 2023

Ricetta sciroppo di mandarini cinesi

Quando si realizzano le conserve sciroppate è facile che vi avanzi dello sciroppo. 

Lo sciroppo è una soluzione di acqua e zucchero, diversamente aromatizzata  in base alla frutta che avrete utilizzato, può diventare essa stessa una preziosa conserva che troverete utile per diverse preparazioni.

Lo sciroppo da frutta sciroppata in particolare risulta molto denso e aromatizzato per il fatto che la soluzione viene portata più volte al bollore con la frutta da sciroppare.

Questo sciroppo è ottimo per essere utilizzato come bagna per le torte, per insaporire le granite estive oppure come topping sui gelati. 

Mescolato con l'acqua frizzante diventa una sfiziosa bevanda che potrete servire anche ai più piccoli, oppure può essere utilizzato per preparare sfiziosi aperitivi.



Come realizzare lo sciroppo da agrumi sciroppati 
Lo sciroppo che vi presento oggi è stato realizzato con i mandarini cinesi. Potrete leggere la ricetta a questo link dove troverete tutte le dosi per realizzare 4 bottiglie circa da 1 litro di sciroppo. In poche parole quello che vi avanzerà dopo aver conservato i mandarini sciroppati. 
Se volete fare più sciroppo vi basterà aumentare le dosi indicate.

Per realizzare la vostra conserva di sciroppo di mandarini cinesi non dovrete fare altro che seguire questi step.

1 - Lavate accuratamente le bottiglie di vetro poi procede alla sanificazione seguendo uno dei seguenti metodi:
  • Microonde: riempite le bottiglie con due dita di acqua e sanificate alla massima potenza per 70 secondi circa (metodo consigliato se avete poche bottiglie da riempire)
  • Lavastoviglie: lavate le bottiglie e i coperchi con un lavaggio ad alte temperature (metodo consigliato se avete molte bottiglie da riempire)
  • Forno : inserite le bottiglie e i tappi nel forno freddo poi accendete a 130 °C quindi proseguite con la sanificazione per circa 30 minuti. 
  • Bagnomaria: metodo classico, trasferite bottiglie e coperchi in una capiente casseruola, riempite di acqua, attenzione che il bordo dell'acqua superi per almeno due dita i vasetti; portate a bollore e lasciate sobbollire per 30 minuti circa. 
Attenzione qualunque sia il metodo utilizzato i barattoli devono essere utilizzati subito, altrimenti perderete i benefici della sanificazione. 

2 - Intanto che i vasetti sono in sanificazione riportate a bollore lo sciroppo

3 - Versate lo sciroppo bollente nei vasetti ancora caldi usando una garza per filtrarlo da eventuali impurità. 

4 - Chiudete ermeticamente le bottiglie con i tappi sanificati. 

5- Quando saranno diventate tiepide procedete alla pastorizzazione, a partire da acqua fredda, per 20 minuti dal bollore. Spegnete e lasciate raffreddare le bottiglie nell'acqua. 

6 - Una volta fredde etichettate le bottiglie e riponete in luogo buio e asciutto 



Come usare lo sciroppo di mandarini cinesi 

Bagna per torte
Lo sciroppo può essere utilizzato tal quale pennellandolo sulle basi dei dolci. 

Acqua frizzante aromatizzata
Usate in proporzione 1:1 lo sciroppo e  l'acqua, conservate in frigo e consumare entro 24 ore. 
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